POTERE E PATHOS Cinquanta capolavori al Palazzo Strozzi a Firenze

DA ALESSANDRO MAGNO AD AUGUSTO L’IMMORTALITA’ AFFIDATA AL BRONZO

C’è voluta la collaborazione tra due musei del calibro del J. Paul Getty Museum di Los Angeles e della National Gallery of Art di Washington, e la Sovrintendenza Archeologica della Toscana per realizzare POTERE E PATHOS, BRONZI DEL MONDO ELLENISTICO, la grandiosa mostra allestita al Palazzo Strozzi di Firenze. Protagonisti dell’evento cinquanta pezzi di eccellenza, provenienti da istituzioni museali di Madrid, Londra, Napoli, New York, Atene, Vienna, Salonicco, Firenze, Chieti e dai Musei Vaticani, quasi tutti in bronzo, illustrano l’epoca artistica dell’Ellenismo, la prima di carattere globale, messi in scena nelle sale di “Strozzi” da Luigi Cupellini per la curatela di Jens Daehner e Kenneth Lapatin.

Nel clima cosmopolita dell’impero di Alessandro il Macedone (al potere dal 336 al 323 a.C.) gli stili si uniformano ai dettami della classicità, ma non sono più i miti della polis democratica a essere celebrati quanto la personalità del monarca e lo sfarzo di corte. La tecnica di fusione progredisce e si affina e il bronzo diventa più prezioso dell’argento e risplende, prima delle patinature, più dell’oro. Di bronzo sono la grande e nota scultura dell’Arringatore, che apre la rassegna e l’Apoximenos (l’atleta con lo striglie) di Efeso, di bronzo l’Apollo di Piombino del Louvre e l’Apollo Kouros di Pompei, solo qualche opera è di pietra, come il Ritratto di Uomo barbuto del Getty Museum di Malibù. Di molti dei capolavori si mettono anche in risalto le località dove sono stati rinvenuti. Molti in mare. Il piccolo Ercole Curino, copia non datata di un’opera di Lisippo del IV secolo, fu trovato invece a Sulmona, in Abruzzo, durante la campagna di scavo del 1959 che indagava sulla cosiddetta villa d’Ovidio e portò alla luce, invece, un tempio santuario di notevoli dimensioni.

L’epoca ellenistica, a dire degli storici dell’arte, si chiude ufficialmente con la morte di Augusto, nel 14 d.C., la mostra invece rimane aperta a Firenze fino al 21 giugno 2015, prima di trasferirsi a Los Angeles (28 luglio • 1mo novembre) e quindi a Washington (6 dicembre • 20 marzo 2016).

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