Capitale del secondo regno, dopo quello di Anuradhapura, nella storia dello Sri Lanka, la città di Polonnaruwa fu centro di importanti iniziative politiche, commerciali e religiose intorno all’anno Mille dell’era cristiana.
Situata sulle alture centrali dell’isola, fu la residenza del re Vijayabahu, che nel 1070 sconfisse gli invasori Chola, che dominavano il sud del continente indiano, e riunificò il Paese sotto una dinastia locale.
Fu però il re Parakramabahu (il Grande, 1153/86) a fare di Polonnaruwa una capitale moderna e attraente, a promuovere un funzionale sistema d’irrigazione, a favorire l’edificazione di templi e ospedali, a intraprendere rapporti commerciali proficui con la Cina e con i sultanati della penisola arabica.
Di quell’era restano in piedi molti templi (dagoba), seppure in parziale rovina, vasche, giardini e monasteri. Il più noto è Gal Vihara con le sue gigantesche statue di granito: un Buddha sdraiato di 14 metri e un’ imponente, 7 metri, raffigurazione di Parakramabahu. Tipiche di Polonnaruwa sono le cosiddette pietre di luna, elaborati bassorilievi semicircolari che precedono le scale di accesso ai dagoba e simboleggiano il ciclo del Samsara buddista.
Dal 1982 il sito di Polonnaruwa è tra quelli protetti dall’Unesco.