Le Grotte di Elephanta, Gharapuri in lingua locale, si trovano sull’isola omonima, a circa otto miglia a est dal porto di Mumbai, nello stato del Maharashtra, in India. Furono così battezzate da colonizzatori portoghesi nel 1534 – quando questi si stabilirono sull’isola e imposero il divieto di praticare i culti originari – per l’enorme scultura con le forme di un pachiderma che dominava il luogo, e che ora si trova nell’area dello zoo cittadino.
Sull’isola ci sono sette grotte, cinque di devozione induista e due buddhista. Sono databili tra il V e il VII secolo. Sono scavate in durissimo basalto e, in origine, erano tutte dipinte. La più imponente, la Grotta Grande, è a pianta quadrata con lati di 27 metri. È dedicata a Shiva, in varie raffigurazioni: Nataraja (il Signore della Danza), Yogishvara (Il Signore dello Yoga), Shiva Trimurti (con tre volti ), Ardhanarisvara (mezzo Uomo e mezza Donna). Non mancano rappresentazioni di episodi della mitologia induista la Kalyanasundarm (il matrimonio di Shiva con la dea Parvati), l’Andhakasuravadamurti (l’uccisione del demone Andhaka), Shiva e Parvati sul Monte Kailash, e Ravananugraha (il demone-re Rāvaṇa che sta scuotendo il Monte Kailash). Le statue sono alte quasi cinque metri.
Il complesso devozionale è dal 1987 annoverato tra i siti patrimonio dell’Unesco.