La caccia è il piacere degli dei e il primo dei diritti dell’uomo… questo è l’incipit della prefazione che Tya Hillaud firma, nel 1909, affidando alle stampe l’album di incisioni che la stamperia Porcabeuf appronta per le Edition Liez con le acqueforti di Georges Ripart (1871- 1935) illustratore parigino la cui sigla comparve su molti manifesti pubblicitari dei primi anni del ‘900.
Il titolo del volumetto è accattivante Le chapeau de la famme à la chasse 1630•1867. Si tratta di un excursus nella moda per le acconciature femminili adatte alle pratiche venatorie, dai tempi di Louis XIII a quelli di Napoleon III.
In effetti nelle illustrazioni, grazie alla abilità dell’autore di descrivere situazioni e circostanze di periodi storici così diversi, c’è molto di più dei cappelli da donna. La perizia narrativa di Ripart è davvero notevole: l’aveva affinata, collaborando con editori affermati come Belin e Larousse, per produrre numerose opere di divulgazione storica e di pedagogia.
L’artista non disdegnò di cimentarsi anche con illustrazioni erotiche per l’editore Maurice Glomeau, e con libri per l’infanzia, v. Le Santerelle – La Merveilleuse invention du docteur Arrikoceq per la casa editrice Garnier Frères.