Ha 34 anni, nel 1854, Gaspard-Felix Tournachon, in arte Nadar, quando Gustave Havard, libraio-editore parigino con sede in rue Guénégaud al 15, dà alle stampe un volumetto, da comporsi a puntate, col titolo curioso, Les Binettes Contemporaines: binette vuol dire zappa, ma, in linguaggio colorito, ha anche il significato di viso. Si vuole alludere? Conoscendo gli autori si direbbe proprio di sì! Il volumetto porta la firma di “Joseph Citrouillard, con revisione di Commerson” (in effetti il nome fasullo di Citrouillard è lo pseudonimo utilizzato sia dal pubblicista Jules Lovy che da Jean Louis Auguste Commerson, a sua volta aforista, drammaturgo, giornalista) e annuncia ritratti di Nadar. Nell’introduzione Citrouillard si schernisce, nella speranza che il lettore, dopo aver letto le Vite di Plutarco, le compari con le sue Binette. L’editore prevede l’uscita di dieci numeri. Sono un compendio satirico delle biografie di personaggi che affollano le cronache, letterarie, musicali e mondane della Capitale. Costeranno 50 centesimi al fascicolo e, al termine della serie, conterranno dunque 60 biografie e 60 vignette. Hanno un immediato successo, grazie anche alle riuscite incisioni di Didlot. Nel 1858 si pubblica una seconda edizione. Riveduta. Contiene 30 caricature e costa un Franco. Da quell’edizione, presente nell’archivio di BARNUM, sono tratte le vignette che seguono. Rivelano un talento meno noto di Nadar, il più acclamato tra i primi interpreti della fotografia.
Era nato a Parigi, il 6 aprile 1820, e, dopo studi di medicina interrotti in seguito alla morte del padre, Nadar aveva intrapreso, senza successo, la carriera del giornalista, prima a Lione e poi nella capitale. Convertitosi alla caricatura, invece Felix ebbe quasi subito positivi riscontri. Nel 1846 iniziò la sua collaborazione con il giornale satirico Le Corsair-Satan, e, alla vigilia della rivoluzione del 1848, ottenne la consacrazione pubblicando la sua prima caricatura sul diffusissimo Le Charivari. L’anno seguente iniziò la sua attività con Le Revue Comique, dedicando le sue attenzioni e il suo caustico tratto a equivoci personaggi dell’epoca, come erano considerati i Bonapartisti. In quegli anni Nadar scoprì la fotografia e tra il ’50 e il ’70 raggiunse l’apice del successo eseguendo i ritratti di tutti i personaggi e di tutti gli artisti che contavano a Parigi, da Charles Baudelaire a Gioacchino Rossini, da Édouard Manet a Sarah Bernhardt, da George Sand al suo carissimo amico Jules Verne che contagiò anche con la sua nuova mania del pallone aerostatico. Nel suo grande atelier, al 35 di Boulevard des Capucines, ospitò anche, era il 15 aprile 1874, la prima mostra degli impressionisti rifiutati dal Salone ufficiale di quell’anno. C’erano, tra gli altri Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir.
Nei suoi ultimi anni di vita si trasferì in campagna, abbandonò la fotografia e affrontò la letteratura, scrivendo Quand j’étais photographe. Morì il 21 marzo 1910 a Parigi, stroncato da una grave forma di broncopolmonite. È sepolto nel Cimitero del Père-Lachaise.