La spiritualità degli indiani è proporzionale alla quantità di fiori che ogni giorno sono venduti al Mercato di Mallick Ghat a Kolkata? Se così fosse, e probabilmente lo è, non è difficile affermare che è senza pari.
Non ci sono dati e cifre ufficiali, ma anche il più sprovveduto dei visitatori, alla vista dello spettacolo, ordinatamente caotico, che ha luogo ogni (santa) mattina sotto il ponte di Howrah, non può rimanere indifferente dinanzi alla grandiosità di quell’unicum.
Senza clamore, anzi quasi in silenzio, tonnellate di fiori, destinati alle offerte nei templi dello sconfinato pantheon induista della metropoli bengalese, cambiano di mano (o, meglio, di sacco).
Contadini, facchini, commercianti, intermediari, sono i protagonisti della sceneggiatura che quotidianamente si rinnova con ritmi che contraddicono la proverbiale lentezza dell’India.
Lo scenario è fatiscente e la regia si deve alla consuetudine secolare, e il successo della rappresentazione può soltanto definirsi straordinario.