opera dell’arazziere fiammingo William Dermoyen sono conservati nel Museo di Capodimonte
fotografie dii Massimo Pacifico
La battaglia di Pavia fu combattuta il 24 febbraio 1525 durante la guerra d’Italia del 1521-1526 tra l’esercito francese guidato dal re Francesco I e l’armata imperiale di Carlo V, costituita principalmente da 12000 lanzichenecchi tedeschi e da 5000 soldati spagnoli, agli ordini del capitano fiammingo Carlo di Lannoy, del condottiero italiano Fernando Francesco d’Avalos, e del rinnegato francese Carlo di Borbone. La battaglia si concluse con la netta vittoria dell’esercito dell’imperatore Carlo V e re Francesco I fu fatto prigioniero dagli imperiali. La battaglia segnò un momento decisivo delle guerre per il predominio in Italia e affermò la temporanea supremazia di Carlo V. Dal punto di vista della storia militare la battaglia è importante perché dimostrò la schiacciante superiorità della fanteria imperiale e soprattutto delle sue formazioni di picchieri e archibugieri spagnoli (tercios) e tedeschi (Doppelsöldner) che distrussero con il fuoco delle loro armi la famosa cavalleria pesante francese Tra le opere più significative, che illustrano la battaglia si distingue il ciclo dei sette arazzi fiamminghi tessuti a Bruxelles su cartoni di van Orley e donati nel 1530 all’imperatore Carlo V. Oggi conservati a Napoli presso il Museo di Capodimonte, essi illustrano dettagliatamente le varie fasi della battaglia. Lungo la bordura di due dei sette arazzi c’è la sigla dell’arazziere, William Dermoyen.
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