I dipinti di Francisco Goya (1746-1820) nella Certosa Aula Dei costituivano un ciclo di 11 elementi realizzati, nel 1774, a olio sulle pareti del monastero, vicino a Saragozza (Carretera de Peñaflor).
Ne sono sopravvissuti 7, alcuni dei quali restaurati, 4 sono stati sostituiti, all’inizio del secolo scorso, con tele dipinte dai fratelli francesi Amedee e Paul Buffet.
Goya fu in grado di eseguire queste opere grazie al cognato Manuel Bayeu, che era uno dei certosini dell’Aula Dei. In esse appare evidente la maestria del giovane Goya a soli 28 anni.
La decorazione murale è divisa in grandi composizioni unitarie, separate lungo tutte le pareti interne della chiesa. È dedicata alla storia della Vergine Maria in relazione all’infanzia di Cristo. Il succedersi delle scene è in una disposizione speciale: il muro d’ingresso è dedicato alla presentazione di San Gioacchino e Sant’Anna e, da qui, la storia successiva si svolge sulle pareti su entrambi i lati, in modo che per seguire lo sviluppo degli eventi narrati pittoricamente, è necessario contemplare alternativamente le scene guardando a destra e sinistra mentre si avanza lungo la navata verso l’altare. Questi dipinti soffrirono molto quando l’Ordine fu costretto ad abbandonare la Certosa, a seguito della confisca delle proprietà ecclesiastiche improduttive prescritta da Juan Alvarez Mendizábal, nel 1836. Quelli sulla parete sinistra furono quasi completamente persi, ad eccezione di quelli corrispondenti al transetto, e tutti furono piuttosto danneggiati. Per questo motivo, quando si contemplano i dipinti conservati, è evidente che alcune aree sono state ridipinte all’inizio del secolo dai fratelli Buffet, che hanno anche ricreato completamente i murales che non erano stati salvati.