Conta settemila anime il comune di Gangi, 1011 metri di quota nel cuore delle Madonie, in Sicilia. Tra queste la fotografa Arianna Di Romano, che il lettore di BARNUM già conosce (https://www.barnum-review.com/it/portfolio/gli-sguardi-degli-ultimi-di-arianna-di-romano/). I siti del paese sulla rete, ufficiali e non, ricordano che Gangi è stato eletto il più bel Borgo dei Borghi d’Italia nel 2014, e che il sindaco, Giuseppe Ferrarello, si è inventato un sistema per ridare vita alle case in rovina, mettendole in vendita per un solo euro (a condizione che il compratore le ristrutturi entro 5 anni dal rogito).
Arianna, sollecitata da BARNUM, ci dà, con le fotografie che seguono, la sua visione di questo luogo dove il tempo perduto si ritrova, senza troppo cercare. Ci mostra i suoi abitanti “festosi, accoglienti, dotati di un forte spirito comunitario e di un ormai raro senso religioso”. Ci confessa che “in questo angolo di mondo e nelle sue vanedde (viuzze) ci si perde volentieri” e che nella sede della Società Operaia “ci si incontra per giocare a carte, per leggere i quotidiani e confrontarsi sui fatti del giorno, nonchè per sfidarsi a biliardo”. Ci presenta Luciano Ienna dinanzi alla sua casa museo degli Antichi Ricordi; ci introduce nella barberia di “Cataldo Domina, nella quale si può ancora ricevere un trattamento di barba e capelli con i criteri e le attenzioni di una volta”; elogia il barista Pino Seminara: “la sua granita, affogata nello squisito tè della casa è capace di rigenerare gli animi”; suggerisce La capra canta, il laboratorio dove “Fabrizio Fazio, realizza tamburi medievali e imperiali con pelle di capra, setacci di legno e latta di recupero”. Rivela dettagli che raccontano il tutto: mani che parlano e mummie che ammoniscono.