Considerato tra i più celebri, provocatori e controversi artisti internazionali contemporanei, Ai Weiwei (Pechino, 1957) è ospite di Palazzo Strozzi, a Firenze, per la sua prima retrospettiva italiana, il cui titolo, LIBERO, allude alla situazione dell’artista dopo la sua scarcerazione dalle prigioni cinesi del 2011, e alla sua capacità di interpretare l’arte in ogni forma.
La rassegna, a cura del direttore generale della Fondazione, Arturo Galansino, occupa tutti gli spazi del palazzo. Comprende anche l’opera originale Reframe: 22 gommoni di salvataggio ancorati alle finestre dell’edificio che vuole destare attenzione sulle storie dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo.
Anche il cortile del palazzo è invaso da una megaistallazione: Refraction. Cinque tonnellate di parti di cucine a pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua che formano un’ala mastodontica, punteggiata da bollitori cinesi tradizionali in alluminio.
La mostra propone una visione del lavoro dell’artista dagli anni ’80 a oggi: dalle prime opere newyorkesi, ispirate da Duchamp e Warhol, ai ritratti originali, realizzati per l’occasione e in loco con mattoncini di Lego, dei dissidenti fiorentini (Dante, Filippo Strozzi, Savonarola e Galileo).
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