GLI SGUARDI DEGLI ULTIMI DI ARIANNA DI ROMANO
intensi ritratti di una umanità dimenticata da una società distratta
fotografie di Arianna Di Romano
parole di Massimo Pacifico
Rari sono i sorrisi sui volti dei soggetti ritratti da Arianna Di Romano. Abbondano invece la rassegnazione, le rughe, le screpolature, la sorpresa per essere considerati. Arianna ha scelto infatti di ritrarre gli ultimi, i dimenticati. Quelli che non contano neanche per la cronaca della miseria. Li ha trovati in Asia, soprattutto in Myanmar, e dietro casa, nei campi rom. I loro occhi, che hanno affrontato con spontaneità il monocolo della fotografa che della parola compassione conosce il primigenio significato, provocano anche quelli dei visitatori delle rassegne che Arianna allestisce spesso e con successo. Anche tu, lettore di BARNUM, non potrai incrociare quegli sguardi con indifferenza!
Il primo piano, scelto da Arianna come taglio descrittivo, non consente di paragonare le sue immagini a quelle dei fotografi della Farm Security Administration (che documentarono la grande depressione americana degli anni ’30) se non a qualcuna, famosissima, di Dorothea Lange (sensibilità femminile?), ma l’intento è lo stesso: mostrare. E il bianco e nero di Arianna è più crudo di quello delle fotografie della FSA. I grigi, infatti, latitano. Mentre i dettagli abbagliano, grazie ai file prodotti con le fotocamere digitali. Una scelta d’autore per denunciare contrasti sociali che non trovano una mediazione? Sembrerebbe!